Ville Unesco, marchio ancora da sfruttare
Correva il 1995, Manuela Dal Lago all´epoca vicepresidente della Provincia insieme a Vladimiro Riva segretario generale del Consorzio di promozione turistica Vicenza è scaricavano dal taxi davanti alla sede dell´Unesco a Parigi gli scatoloni con tutto il materiale che illustrava le incredibili bellezze delle ville palladiane. L´anno successivo, il 7 dicembre 1996, le ville del Palladio del Veneto furono inserite nella lista del patrimonio mondiale dell´Unesco. Un riconoscimento pazzesco per la sua importanza, che annoverava i beni considerati d´interesse eccezionale e di valore universale, tale che la loro salvaguardia fosse una questione da coinvolgere l´intera umanità. Tanto che, ancor oggi, l´allora presidente della Provincia Giuseppe Doppio nel ricordare l´avvenimento non esita a dire che ci credeva sì, ma gli sembrava irraggiungibile e quindi fu ancora più grande la soddisfazione nel vedere espresso il desiderio.
Ancor oggi tributa «il grande merito a Riva, l´iniziativa partì soprattutto da lui». L´inserimento era in realtà un´estensione di quella che era stata la prima richiesta, sempre organizzata da Vicenza è, ma firmata dal Comune, accolta nel 1994, che annoverava nella lista la città di Vicenza con 23 siti palladiani e 3 ville (Rotonda, Trissino Trettenero, Gazzotti di Bertesina). L´estensione avvenuta nel 1996, quella appunto di cui si celebrano domani i 15 anni, arrivò a ricomprendere altre 13 ville nel territorio vicentino, oltre a 3 in provincia di Treviso, 2 in provincia di Padova, 1 ciascuna tra Venezia, Verona, Rovigo. Certo un grande orgoglio, ma non basta: «Bisognerebbe fare di più e meglio - dice Vladimiro Riva, oggi consigliere delegato di Vicenza è - non è un punto di arrivo, ma di partenza». Alcune ville in rovina, altre inaccessibili alle visite. Tante le sfide.