"A Lisiera luoco propinquo a Vicenza è la seguente fabbrica edificata dalla felice memoria del Signor Gio. Francesco Valmarana’’. Anche il progetto di villa Valmarana fu pubblicato da Andrea Palladio nel suo trattato. L’architetto ideò questa villa attorno al 1563 appunto per Giovanni Francesco Valmarana il quale morì tre anni dopo.
Con il suo decesso s’interruppero i lavori di costruzione che vennero ripresi vari anni dopo (alcuni ipotizzano addirittura all’inizio del Seicento) senza rispettare in modo esatto i disegni del Maestro. Infatti Palladio aveva previsto due logge esastile di ordine ionico sovrapposte e coronate da un frontone ed invece ne venne innalzata una sola sulla quale poggia il piano superiore purtroppo schiacciato dal frontone. Il prospetto risulta così debole e il rapporto tra lo sviluppo orizzontale e quello verticale appare disarmonico. Nel 1615 fu aggiunta la cappella gentilizia. Mentre nel secolo successivo, il giardino venne arredato con statue di Francesco Marinali il Giovane.
Non è aperta al pubblico, visibile dall'esterno.
Villa Valmarana Scagnolari Zen Via Ponte, 3 - Lisiera di Bolzano Vicentino (VI)
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Categoria: Le ville di Andrea Palladio
Vicenza (1534)
Il conte Giovan Giorgio Trissino dal Vello d’Oro fu uno dei massimi eruditi italiani del XVI secolo. Egli compose la tragedia “Sofonisba” seguendo le regole dell’Ars Poetica di Aristotele ed il poema “L’Italia liberata dai Goti” dedicato all’imperatore CarIo V d’Asburgo. Tra il 1531 ed il 1538 Trissino rinnovò un edificio gotico già della famiglia Valmarana. Secondo la tradizione fu proprio durante questi lavori che il nobile incontrò il “tajapiera” Andrea “fiolo de Piero della Gondola” al quale diede il nome di Palladio ripreso dall’angelo descritto nel suo poema.
La fabbrica è frutto del lavoro dello stesso Trissino, attento conoscitore dell’architettura romana del primo Cinquecento. La facciata a due piani si conclude con due torri laterali. La sezione centrale della stessa facciata, ritmata da sei lesene ioniche, presenta al piano inferiore tre archi centrali affiancati all’estremità da due oculi ed altrettante finestre centinate. Il piano nobile, sempre a sei lesene di ordine corinzio, si caratterizza per tre finestre ad edicola in asse con gli archi sottostanti mentre due nicchie laterali ospitano statue. Un tempo la fabbrica era circondata da un ricco giardino arredato da statue e bagnato da corsi d’acqua.
Visite La villa non è aperta al pubblico, visibile dall'esterno.
Villa Trissino Cricoli Strada Marosticana, 6 - Vicenza
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Categoria: Le ville di Andrea Palladio
Caldogno VI (1542)
Villa Caldogno Nordera è opera attribuita ad Andrea Palladio e venne costruita attorno al 1545. La facciata propone tre archi centrali a bugnato che illuminano la loggia e coronati dal frontone triangolare. Questa struttura ci rimanda ad altre fabbriche del Palladio: Villa Pisani a Bagnolo e Villa Saraceno The Landmark Trust. Sulla stessa facciata si legge “Angelus Calidonius Luschi Filius MDLXX”. Il 1570 si riferisce con tutta probabilità alla fine dei lavori di decorazione degli interni voluti dal nuovo proprietario Angelo Caldogno, successo come proprietario di questa proprietà al committente Michele Caldogno.
Nel Cinquecento, le sale furono affrescate da Gianantonio Fasolo, Battista Zelotti e da aiuti. Mentre nel XVIII secolo, secondo le attribuzioni, Costantino Pasqualotto realizzò i fregi delle sale a destra del salone, Fasolo riesce ad elevarsi rispetto allo stesso Zelotti la cui opera appare più stanca e debole. Nel salone, all’interno di false architetture, cavalieri e gentildonne sembrano rivivere momenti di una giornata modello: il gioco delle carte, la danza o il concertino. Nelle sale maggiori di sinistra sono narrate le vicende di Scipione e di Sofonisba. Nel camerino, invece, sono rappresentate alcune scene del Pastor Fido, iniziate da un aiuto dello Zelotti e terminate da Giulio Carpioni.
Visite Di proprietà del Comune di Caldogno, il sito è aperto al pubblico.
Villa Forni Cerato è uno degli edifici attribuiti ad Andrea Palladio e risale, probabilmente, al 1541-42 anche se alcuni storici, sempre favorevoli alla paternità palladiana, la collocherebbero negli anni sessanta del secolo. Bisogna ricordare, però, che alcuni studiosi negano che la fabbrica sia opera del Maestro e vedrebbero come possibile artefice Alessandro Vittoria. Quest’ultimo fu in ogni caso autore degli stucchi della facciata purtroppo sostituiti, all’inizio di questo secolo, con delle copie. Il prospetto presenta il corpo centrale avanzante dominato dalla finestra serliana della loggia e dal frontone triangolare.
Aggiornamento 2021: la presunta data di costruzione, a lungo erroneamente attribuita alla produzione giovanile di Andrea Palladio, è stata recentemente corretta ad un periodo post 1568, grazie alle recenti indagini scientifiche in corso.
Visite La villa è apert al pubblico da ottobre 2023 dopo un imponente restauro.