Da Trento alla Marmolada, passando per Matera. Il tutto con le mani ben salde sul manubrio e pedalando forte sui pedali. È il progetto che Samuele Pellegrini con quattro compagni di viaggio, ha deciso di intraprendere il 3 giugno scorso. L’obiettivo? Visitare tutti i siti italiani appartenenti al patrimonio dell’Unesco. Con un mezzo, però, particolare: la bici. Alcuni sponsor, l’aiuto del Gist, il gruppo italiano stampa turistica, e delle aziende del turismo.
Pitture rupestri, Val D’Orcia, piazza Armerina, Reggia di Caserta. Questi solo alcuni dei luoghi visitati dalla delegazione. E tra le tappe del lungo viaggio non poteva che esserci anche Vicenza. Pellegrini e compagni, domani, saranno nella cittadina berica. Scopo della... gita, ovviamente fermarsi nel centro storico e in alcune delle ville del Palladio.
I ciclisti sbarcheranno e avranno una sola giornata di tempo per visitare le bellezze del territorio vicentino, supportati anche dal consorzio Vicenzaè. Proprio per questo motivo, spiegano, non riusciranno a riprendere la totalità dei monumenti che fanno parte del bene Unesco.
Tra le ville che verranno riprese dai viaggiatori c’è ovviamente La Rotonda. In mattinata sarà quindi svolta la visita al centro storico, mentre a seguire ci sarà il trasferimento alle ville.
Vicenza sarà una delle ultime tappe della troupe partita all’inizio di giugno da Trento. Dopo aver visitato La Rotonda ed altri luoghi palladiani per i quali Vicenza è stata inserita della lista nei beni mondiali dell’umanità, Pellegrini e compagni si trasferiranno a Padova, per poi dirigersi a Venezia. Infine, passaggio ad Acquileia per concludere il viaggio il 19 settembre tra! le dolomiti in Marmolada. Questa sarà la quarantaquatres! ima tappa. Tanti, infatti, sono i siti italiani inseriti nel patrimonio dell’Unesco. «Nel frattempo sono diventati 45 - spiega Pellegrini - poiché è stata aggiunta anche l’area paleontologica di monte San Giorgio, in provincia di Varese, condiviso con la Svizzera».Dopo la lunga pedalata, i viaggiatori realizzeranno un documentario.
Fonte: Il Giornale di Vicenza, 06 settembre 2010